venerdì 5 dicembre 2014

Intervista a Roberto Jonghi Lavarini (Progetto Nazionale).


 
 
Intervista a Roberto Jonghi Lavarini  - Milano, 4 dicembre 2014
 
 
Intervistiamo ROBERTO JONGHI LAVARINI, autorevole esponente politico della destra lombarda, noto per le sue provocazioni, conosciuto come il Barone Nero, spesso ospite de La Zanzara su Radio24, andato anche in onda, fra mille polemiche, a Le Iene su Italia 1. Classe 1972, sposato, tre figlie, consulente immobiliare, dalla rete, dove si possono trovare sue immagini di ogni genere, apprendiamo che l’eclettico personaggio è anche cavaliere di Malta, membro del Collegio Araldico e figurante del gruppo folkloristico walser di Urnafasch, paese tedesco-vallese di origine della sua famiglia. Jonghi è attualmente dirigente di Progetto Nazionale, gruppo emergente della destra radicale, ex Fiamma Tricolore, ora vicino alla Lega. Jonghi, sotto pseudonimo, sarà anche fra i protagonisti, del nuovo romanzo noir “L’Antiquario di Brera”, del noto scrittore milanese Ippolito Edmondo Ferrario, in uscita il prossimo febbraio 2015 per i Fratelli Frilli Editori.
DOMANDA - Barone nero, quali sono i vostri rapporti con la nuova Lega Nord 2.0 di Matteo Salvini?

RISPOSTA - Senta lasciamo perdere titoli e soprannomi. A prescindere dalle origini della mia famiglia, delle quali sono certamente orgoglioso, la vera nobiltà non è quella ereditata, ma solo quella personale, dello spirito, del pensiero e dell’azione. Semmai, sono aristocratico in senso filosofico, ovvero credo platonicamente nella selezione e nel governo dei migliori. Rispondendo alla sua domanda… Progetto Nazionale non è l’ennesimo partitino, ma un moderno movimento sociale ed identitario, un soggetto politico autonomo, apartitico e trasversale. Fatta questa doverosa precisazione, i nostri rapporti politici con la Lega sono, da tempo, ottimi. Siamo stati i primi, e ci tengo a sottolinearlo, a collaborare con Flavio Tosi nel nord est e con Mario Borghezio nel nord-ovest, ed a sostenere attivamente l’alleanza con Marine Le Pen alle scorse elezioni europee, portando in dote migliaia di preferenze. Non a caso, la fiamma tricolore di Progetto Nazionale ricorda simbolicamente sia quella gloriosa del nostro MSI, che quella vincente del Front National francese, al cui congresso di Lione, eravamo, insieme alla Lega, la sola forza politica italiana presente.
 
D - Quindi, voi camerati, avete trovato un nuovo leader nell’ex comunista padano Salvini?

R - Ognuno ha la sua storia politica e personale, noi giudichiamo il presente. Progetto Nazionale ha già un suo capo carismatico che si chiama Piero Puschiavo, stimato da tutti per la sua coerente militanza. Sicuramente guardiamo a Matteo Salvini ed alla sua recente evoluzione politica con grande attenzione, simpatia e speranza ma, sinceramente, riteniamo che il candidato ideale per sconfiggere l’altro Matteo (Renzi) sia il sindaco di Verona, Flavio Tosi, sia per le sue indiscusse capacità di governo che per  l’assoluta necessità, se si vuole veramente vincere le elezioni politiche, di coinvolgere e convincere il determinante elettorato moderato e centrista. Vede, anche io preferisco ed uso i toni ed i contenuti politici di Salvini, ma sono intelligentemente cosciente di rivolgermi ad una, per quanto solida e in crescita, minoranza di elettori di destra, purtroppo, ancora insufficiente per vincere le elezioni, nel nostro sistema bipolare. Tosi riesce a parlare ad un pubblico più vasto.
 
D - Quindi, in pratica, voi sostenete una riedizione del vecchio centro-destra berlusconiano?
R - Nulla è ripetibile nello stesso modo e con gli stessi uomini. Noi sosteniamo l’unità dei movimenti identitari e nazional-popolari (leghe e destre) in un fronte comune, ma anche il necessario rinnovamento e rilancio della coalizione di centro-destra, anche mediante lo strumento tecnico delle elezioni primarie, secondo rigorosi criteri di partecipazione popolare, trasparenza organizzativa ed amministrativa, rappresentatività sociale e territoriale, consenso e meritocrazia. Se si vuole sconfiggere l’astensionismo, bisogna dare segnali forti: serve una nuova classe dirigente, pensionando definitivamente quella attuale che ha accumulato troppi incarichi, mandati e privilegi. In parlamento abbiamo, salvo rarissime eccezioni, una casta di mediocri mestieranti della politica, improduttivi parassiti, nominati dai capi partito e non eletti dal popolo. Basta con “cerchi magici”, nepotismo, maggiordomi e veline (quando non ladroni e puttane), servi sciocchi ed utili idioti. E nell’ultima categoria comprendo, a pieno titolo, tutti i grillini, un caravan serraglio di incapaci che non ha combinato nulla: il movimento 5 Stelle è chiaramente servito solo al sistema per sterilizzare la sacrosanta protesta del popolo italiano, si è trattato di una vera e propria truffa elettorale.
D - La vostra opinione su i possibili alleati: Forza Italia, NCD, Fratelli d’Italia e Casa Pound?

R - Forza Italia e Berlusconi sono politicamente vecchi ed hanno perso credibilità e consenso.  Il gruppo di Alfano è solo una piccola e brutta copia del PDL ed è evidentemente grottesco definirsi di centrodestra e sostenere un governo di centrosinistra. Giorgia Meloni è bravina, poveretta, ma Fratelli d’Italia, mi dispiace dirlo (perché anche io provengo da Alleanza Nazionale), è un partitino gestito, soprattutto in Lombardia, da una piccola casta di politicanti che vive di sottogoverno e che cerca solo di perpetuare il proprio potere personale, mi sembra il vecchio PSDI di Nicolazzi. Per non parlare delle recenti inchieste su Alemanno a RomaCasa Pound, invece, è un grande movimento, soprattutto militante e giovanile, pieno di energie positive, il futuro "fronte nazionale italiano" ci vedrà sicuramente insieme, da protagonisti. Ma oltre a quelli da lei citati, vi sono diverse realtà politiche, culturali e sociali da coinvolgere in questo progetto, partendo dal territorio: liste civiche, movimenti identitari, comitati di quartiere e di protesta, associazioni professionali e di categoria. Senza contare la politica estera, della quale non parla mai nessuno…
D - Ne parli lei allora…

R - In estrema sintesi, possiamo dividere il mondo i due blocchi contrapposti. Da una parte gli USA ed i loro alleati (spesso satelliti, se non servi) che vogliono imporre, con la forza militare, il loro modello di democrazia liberal-capitalista, creando quel nuovo ed utopico ordine mondiale, tanto caro a illuminati, massoni, progressisti e poteri forti dell’alta finanza internazionale. Dall’altra, tutte le altre nazioni del mondo, in ordine sparso, che si oppongono all’imperialismo mondialista americano. Da una parte, quindi, la filosofia giacobina – comunista - arcobaleno della uguaglianza forzata che vuole cancellare ogni differenza culturale, etnica e religiosa; e, dall’altra, tutti i popoli intenzionati a difendere la propria identità, tradizione ed autodeterminazione, politica ed economica. Gli interventi armati americani e le primavere arabe (da costoro provocate e sostenute), che hanno sconvolto il mondo, creando tensioni, instabilità e terrorismo, vanno inquadrate in questa battaglia planetaria. In Iraq come in Libia, in Siria come in Ucraina, le popolazioni "stavano meglio quando stavano peggio" (soprattutto i cristiani e le altre minoranze), e gli USA, con la colossale balla della democrazia, puntano solo a destabilizzare e colonizzare quei territori che sono strategici da un punto di vista economico, energetico e geo-politico…
 
D - Sintetizzi o non finiamo più…
R - Va bene, anche se sono temi fondamentali... Noi vogliamo una Europa che sia libera ed autonoma dagli USA che pensano solo ai loro fottuti interessi, trattandoci come colonie, influenzando le nostre scelte politiche ed economiche, ed occupando il nostro suolo con le loro basi militari. Noi sosteniamo un nuovo sistema multipolare che difenda l’autodeterminazione dei popoli,  una alleanza eurasiatica fra Europa e Russia, e stabili accordi diplomatici e commerciali con la Cina e l’Islam Sciita (Iran e Siria di Assad).

D - Basta così grazie! Vedo che è preparato ma e troppo prolisso: scriva un libro!
R - Perché no, è da tempo, che ci sto pensando seriamente…
 
D - Tornando al filo logico delle mie domande, a parte le alleanze elettorali, quali sono i vostri principali punti politici che portate avanti?
R - Noi mettiamo al primo posto la giustizia sociale, quindi la lotta alla plutocrazia mondialista, ed il recupero della nostra sovranità nazionale (politica, economica, monetaria e militare). Secondariamente: il blocco della invasione di immigrati extra-europei, l’espulsione dei clandestini e la preferenza nazionale per case popolari, asili nido, sussidi sociali e lavori pubblici. Terzo: il dimezzamento della insopportabile pressione fiscale che sta uccidendo le famiglie e le imprese italiane, il blocco sociale di multe e cartelle esattoriali, il rilancio della sana economia produttiva, partendo dal sostegno al turismo (quindi al nostro immenso patrimonio artistico), alla produzione agroalimentare di qualità, al settore tessile e manifatturiero, alla edilizia ed al settore immobiliare, al commercio ed all’artigianato, ma anche alla difesa del nostro sistema industriale e siderurgico, ora completamente allo sbando. Quarto ma non ultimo, trattandosi di una battaglia di valori e di civiltà: la difesa della famiglia naturale, delle nostre tradizioni e della nostra identità culturale e religiosa. Questi sono, da sempre, i nostri cavalli di battaglia ora ripresi dalla Lega. Tutti gli altri seguono e copiano ma, ripeto, non sono credibili.

 
D - Quindi, in sostanza, proponete il solito vostro programma razzista, autarchico ed anti-europeo?

R - Sfido la sua provocazione e rilancio: Benito Mussolini ed il fascismo, nelle loro analisi e soluzioni, sono stati assolutamente lungimiranti: avevano capito tutto, il tempo ha dato loro ragione ed i popoli del vecchio continente se ne stanno, pian piano, rendendo conto. Questa profonda crisi dell’Occidente capitalista che, prima di essere economica e politica, è culturale e spirituale, è stata causata dalle stesse forze demo-plutocratiche che hanno provocato e vinto la seconda guerra mondiale. I libri di storia, scritti dai vincitori, dicono altro (naturalmente, la loro versione di comodo) ma, questa è la pura e semplice verità che, inesorabilmente, sta venendo a galla. Noi, oggi come ieri, siamo per una Europa diversa, autentica, dei popoli e delle nazioni, che sia politicamente forte ed armata, libera dagli interessi stranieri USA e dalle infami speculazioni dell’alta finanza internazionale, alleata alla nuova "santa madre" Russia ortodossa di Vladimir Putin, vigilie custode del Mare Nostrum e portatrice di civiltà, giustizia e benessere in Africa. Altro che balle, altro che razzismo: noi, uomini della tradizione, abbiamo grande, sincero e profondo rispetto per tutte le differenze (di razza, etnia, cultura, religione, usi e costumi, anche sessuali) ma non siamo ipocriti falsi buonisti-moralisti e ci sentiamo in sacrosanto dovere di difendere le nostre radici profonde, l’identità della stragrande maggioranza degli Europei che sono bianchi, cristiani, eterosessuali, con una cultura classica latino-germanica. Chiaro?

Jonghi è stato assolutamente chiaro, senza mezze misure. lo ringraziamo per la sua disponibilità ed anche per la sua franchezza, lasciando, ai nostri lettori, assoluta libertà di giudizio sui contenuti delle sue risposte.
 
Intervista a Roberto Jonghi Lavarini  - Milano, 4 dicembre 2014
 
 

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