domenica 2 marzo 2014

Fronte Patriottico per l’Europa dei Popoli...

PATRIOTI DI TUTTA EUROPA: UNITEVI!

“La nazione si definisce allora come una comunità di comunità, che non solamente può prendere posto in una comunità più vasta, di tipo sovranazionale, ma in cui le comunità particolari possono ugualmente scegliere parallelamente di avvicinarsi ad altre comunità. Mentre il punto di vista giacobino fa della sovranità il garante dell’unità nazionale, il principio di sussidiarietà fa della preservazione della pluralità una garanzia della sovranità. Allora, un’Europa concepita positivamente – cioè un’Europa federale – non sarà il dissolvente delle sovranità ancora esistenti, ma lo strumento della loro rinascita per mezzo di una sovranità europea pensata e messa in pratica in maniera differente.” (Alain De Benoist)
I livelli di appartenenza e le concezioni di Patria oggi sono molteplici. Si può essere buoni Italiani – essendo anche o prima lombardi, veneti, toscani, romani, campani, siciliani e via dicendo – e contemporaneamente coltivare anche il senso di appartenenza ad una comune civiltà europea che vada da Brest a Vladivostok. L’identità può essere concepita senza timore di perdere quella «italianità» tendenziosa, nella quale noi non possiamo e non vogliamo riconoscerci di cui già parlava Julius Evola.
Si tratta di pensare simultaneamente ciò che fino a ieri era pensato contraddittoriamente: non è un esercizio di sintesi già provato, in passato e in altre situazioni? Non è il caso ora di provare a trasformarlo in una battaglia in questo nuovo contesto? Noi riteniamo che sarebbe un crimine verso le future generazioni non provarci. In questo senso crediamo si debba guardare ad una nuova e diversa concezione tanto dell’Italia quanto dell’Europa:
  • spostando l’asse dal vecchio Stato centralista ad un nuovo patto fondativo dello Stato, le cui basi, per dirla con De Benoist, siano il principio di sussidiarietà, la ripartizione della sovranità, la democrazia diretta, il riconoscimento dei corpi intermedi, delle identità collettive e delle comunità;
  • contrapponendo all’Europa delle banche, delle multinazionali, della grande finanza e dei poteri forti tecnocratici, l’Europa dei popoli.
Europei lo siamo, e proprio per questo contrastiamo le follie che hanno portato alla nascita dell’area Euro, pensata e disegnata contro gli interessi dei popoli europei. Che oggi sotto l’aspetto economico finanziario in area Euro non ci sia praticamente nulla che funzioni è l’unica certezza, ma altrettanto certo deve diventare il fatto che se non sarà possibile riscrivere gli accordi criminali che hanno portato alla nascita della moneta unica, la stagione dell’Euro debba terminare senza ulteriori indugi. La battaglia è hic et nunc.
Uno spettro si aggira per l’Europa…
“L’Unione Europea corre il grande rischio di avere il 25% del Parlamento europeo sia composto da movimenti anti euro o anti Europa.” (Enrico Letta)

“(…) tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà. E non soltanto quei lupi sono forti in sé stessi, c’è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in branco. È questo l’incubo dei potenti.” (Ernst Jünger)
Lo spettro in questione non è certo più il fantasma del comunismo: ma è lo spettro del nuovo patriottismo, quello che popola gli incubi di Letta e degli altri oligarchi. E’ la loro paura di oggi quella per cui scatenano la caccia alle streghe a colpi di giornali e televisioni di regime. Il nostro obbiettivo è trasformare le loro più profonde paure in realtà. Facciamo in modo che il prossimo Parlamento europeo sia davvero composto da centinaia di parlamentari di ogni nazione d’Europa decisi a battersi senza indugi e tentennamenti contro questa Unione europea e i suoi padroni, oligarchi e tecnocrati. Cosa fare dell’Unione europea il giorno in cui avremo contribuito a far terminare questa brutta stagione, lo decideremo al raggiungimento dello scopo. Non è importante ora. La pars construens è logicamente successiva alla pars destruens.
 
Non perdere altro tempo
 
Uniamo le forze dunque. Oggi in Italia – se non si vuole cedere alle imposizioni oligarchiche fingendo che il problema Euro non esista; se si intende concorrere alle campagne elettorali senza essere condannati alla marginalizzazione dettata dalle leggi elettorali; se non si crede che il grillismo possa essere un grimaldello davvero utile a cambiare le cose – crediamo ci sia una possibilità di azione su tutte: la costruzione di un’azione politica comune con quella messa in campo dalla Lega, rinnovata dalla segreteria di Matteo Salvini. Riteniamo particolarmente significativo che la principale interlocuzione di Marine Le Pen in Italia sia con la Lega Nord. A questo dialogo guardiamo con la speranza che possa nascere anche in Italia un fronte per la sovranità monetaria e la difesa delle identità.
In questo fronte vorremmo vedere schierati tutti coloro che hanno la nostra stessa tradizione politica. Tutti coloro che credono che si possa ancora tentare di contrastare il progetto mondialista e globalizzatore con le armi della politica. L’appello – lo ribadiamo – è rivolto ai singoli e ai movimenti organizzati: indistintamente. Le discussioni sulla forma di Stato, sulla necessità o meno di superare questo centralismo di origine giacobina e risorgimentale e sul come riorganizzare l’Italia lasciamole a dopo. Oggi il nemico principale – quello di tutti – è asserragliato nei palazzi di Bruxelles e di Francoforte, mostra tutta la sua arroganza mentre gioca a impoverire i popoli e distruggere le loro specificità.
Non disperdiamo più le forze! Se è ancora vero che la mia Patria è laddove si combatte per la mia idea, uniamo i patrioti di tutte le Patrie e di tutte le idee di Patria: abbiamo molto più in comune di quanto fino ad oggi ci aveva divisi.

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